sabato 23 giugno 2012

Crostata di Ricotta di Bufala e Pesto


Una torta salata decisamente estiva, accattivante, di sicuro successo. Ottima come antipasto o servita a quadrotti come aperitivo. La ricetta è della mia dolcissima amica Erminia di Atripalda. Lo sapete che la ricotta è il latticino più diffuso e consumato in Italia? Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. Il nome deriva dal latino recocta, cotta due volte, in quanto ottenuta dal secondo riscaldamento del siero residuale della cagliatura del formaggio. La Ricotta di Bufala Campana ha ottenuto la DOP da un anno. Cos’è una dop? La D.O.P., “Denominazioni d’Origine Protetta”, è un marchio eurpeo nato per proteggere le produzioni agricole “tipiche”di aree produttive di particolare pregio.Questa ricotta è ricca di proteine e povera di grassi, presenta un'ottima digeribilità e uno scarso apporto calorico. 

Crostata di Ricotta di Bufala e Pesto

Ingredienti
1 rotolo di pasta brisè
250 g di ricotta di bufala
250 g di pesto
80 g di Parmigiano grattugiato
2 uova
6 Pomodorini Ciliegini

Preparazione
Stendere la pasta in uno stampo tondo per crostata imburrato e infarinato o ricoperto di carta forno. In una terrina lavorare la ricotta sino a renderla cremosa, unire tutti gli altri ingredienti, tranne i pomodorini, e mescolare per bene sino ad ottenere un bel composto cremoso. Versare il composto nel guscio di pasta brisè, Decorate con i pomodorini ciliegini tagliati a metà e infornare a forno già caldo 180° per circa 25/30 minuti.

Abbinamento: Vino bianco di medio corpo, fresco, morbido e  possibilmente con qualche sentore di erba aromatica. Perfetto un Riviera Ligure di Ponente Pigato che al palato si presenta caldo, sapido e con sentori di fiori freschi, salvia, miele e mandorle.


Le ricette potete trovarle anche qui:

venerdì 15 giugno 2012

Sbrisolona Salata


La Torta Sbrisolona classica (detta anche sbrisolina o sbrisolada) è un dolce tipico della Lombardia e per l’esattezza della città di Mantova. Nasce come dolce “povero” di origini contadine a base di mais, strutto e nocciole e si “nobilita” nel 1600 quando giunge alla Corte dei Gonzaga e nella ricca Mantova. Ecco allora che il burro sostituisce lo strutto, si arricchisce di spezie e zucchero e le mandorle sostituiscono le nocciole. Le Mandorle hanno un significato ben preciso perché rappresentano la Rinascita. Il nome Sbrisolona deriva dal dialetto “brise” ovvero briciole, proprio quelle briciole che si formano quando la sbrisolona viene spezzata rigorosamente con le mani, vietatissimo l’uso del coltello per porzionarla. Anzi la tradizione vuole che questa Torta venga rotta con un pugno al centro proprio per formare le famose “brise”. E’ una torta molto semplice e veloce da preparare che ha la stessa proporzione di ingredienti, non a caso in passato era anche conosciuta come “torta delle tre tazze”. Si conserva per molti giorni in una scatola di latta ed è consigliabile consumarla fredda magari il giorno dopo averla preparata o comunque dopo un 4/5 ore. E’ una torta estremamente burrosa, di una burrosità che avvolge il palato e lo appaga, lo soddisfa. Ecco l’importanza di prepararla utilizzando un burro ottimo.
Qui non trovate la classica sbvrisolona dolce, bensì una versione salata arricchita da pistacchi, pancetta e semini vari e cotta in versione “monoporzione” per poterla assaporare come appetizer.
 
Sbrisolona Salata

Ingredienti
150 g farina 00
3 cucchiai di farina di mais finissima
150 g mandorle e nocciole tritate insieme
150 g parmigiano grattugiato
2 tuorli
150 g burro salato

Inoltre:
25 g pistacchi tostati e tritati a coltello grossolanamente
50 g pancetta dolce a dadini
Semi di sesamo e papavero

Preparazione
Preriscaldare il forno a 170°
Mescolare la farina bianca, la farina di mais, la farina di mandorle e nocciole e il parmigiano. Aggiungere i due tuorli. Aggiungere il burro a tocchetti. Aggrumare il tutto sulla punta delle dita. Il composto non deve risultare omogeneo bensì sbriciolato. Aggiungere infine i pistacchi e la pancetta. Imburrare ed infarinare dei piccoli stampini tondi e sistemarvi l’impasto, sbriciolandolo, ad un’altezza che non superi 1 cm. Decorare con semi di sesamo e semi di papavero. Infornare a 170° per 30 minuti o sino a leggera doratura. Servire freddie e fare comunque riposare qualche ora prima di servire.

In abbinamento: trattandosi di un appetizer molto burroso, in abbinamento proponiamo delle “bollicine” importanti: un Trento Doc Brut Metodo Classico. Di colore giallo paglierino, con un perlage persistente e di grana fine. Al naso si presenta intenso, pulito con marcati sentori di crosta di pane e di nocciola, spiccano inoltre frutta matura e fiori gialli. Al palato è fragrante, secco, fresco, ritornano le note fruttate, di vaniglia e di lievito per una struttura di buon equilibrio e lunga persistenza.


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domenica 10 giugno 2012

Piadina Romagnola


"E' il "pane dei Romagnoli", diceva il Pascoli. I suoi ingredienti sono di una semplicità francescana: farina, acqua e sale.


La piada viene normalmente classificata come pane azzimo, che significa non fermentato, fatto senza l'uso del lievito (dal greco azymos). Nella Bibbia spesso compare questo termine quando si indicava un pane sacrificale la cui natura doveva obbligatoriamente essere pura ed il divieto di usare lieviti (che snaturavano il pane) derivava dal fatto che alla loro azione fisica veniva data una collocazione magica a cui si associava una idea di impurità e corruzione.
Uscendo dalla Romagna è possibile trovare diverse versioni di questa focaccia azzima, tutte di provenienza popolare. Classico luogo di cottura è il focolare (come il forno lo è per il pane con il lievito) e il piano di cottura assume ed ha assunto costituzioni varie e di derivazione antichissima; dalle tegole (testum) degli antichi Romani alla lastra in pietra arenaria per passare al più classico testo in argilla cotta fino ad arrivare alla moderna (ma non molto condivisa dalle piadaiole più tradizionali) piana in ferro.
La piada ha avuto un ruolo importante nell'alimentazione povera della popolazione Romagnola e questo "pane" si è trovato inizialmente sempre e solo nelle tavole delle famiglie Romagnole in sostituzione del pane lievitato quando quest'ultimo non era ancora pronto oppure in occasione dei periodi in cui la miseria non permetteva molte alternative alimentari per cui era necessario un impasto azzimo che riempiva e saziava. 
Da prodotto alimentare casalingo la piadina ha avuto un grande sviluppo di mercato ed attualmente, oltre ad essere consumata localmente, è divenuta articolo distribuito e venduto capillarmente dalla riviera alla collina ed oltre gli stessi confini della Romagna. Molte sono le iniziative e gli avvenimenti legati alla tradizione, alla preparazione ed al consumo della piadina che ogni anno valorizzano questo prodotto. I chioschi delle piadaiole o barachèn 'dla pjida (baracchino della piadina) sono la classica e tradizionale rivendita della piada lungo le strade Romagnole oggi trasformati in vere e proprie mini-casette complete degli usuali confort moderni a cui siamo oramai abituati." 
Testo tratto dal sito Piadina On Line

Personalmente ho seguito pari pari la ricetta così come spiegata nel blog L’Albero della Carambola e ho ottenuto delle piadina praticamente perfette. Non omettete il bicarbonato! E' fondamentale!

Piadina 1

Piadina Romagnola

Ingredienti per 4 piadine di circa 20 cm l'una:
(io ne ho fatte 8 da 10 cm l’una)
150 ml di acqua
un pizzico di bicarbonato
500 gr di farina
un pizzico di sale
70 gr di strutto

Preparazione
Versate in una ciotola la farina con il bicarbonato, lo strutto e l’acqua tiepida con il sale. Lavorare l’impasto affinché gli ingredienti siano bene amalgamati poi trasferite il tutto su una spianatoia infarinata ed impastate ancora un po’ fino ad ottenere un impasto sodo. Mettetelo in una ciotola coperta con pellicola e fate riposare per mezz’ora.Dividete l’impasto in 4 palle e stendete con il mattarello fino ad ottenere dei dischi di circa 20/25 cm. (Io ho diviso l’impasto in palle da circa 105 g l’una per un totale di 8 palline). Fate scaldare una padella antiaderente e fate cuocere le piadine per circa un paio di minuti per lato a fuoco vivace. Durante la cottura bucherellate la piadina con la forchetta e se si dovessero formare delle bolle schiacciatele.

In abbinamento: ovviamente l’abbinamento della piadina dipende dalla sua farcitura. Per una farcitura salata a base di salumi e formaggi il consiglio è di rimarere nel territorio con un Sangiovese di Romagna DOC. Un vino dall’intenso colore rubino che può presentare riflessi violacei. Al naso è vinoso con sentori di viola e di frutti rossi. In bocca è armonico, secco, di buona sapidità,  talvolta tannico con un finale ammandorlato.


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domenica 3 giugno 2012

Käsetorte


Oggi parliamo di un dolce molto conosciuto in Tirolo: la kasetorte o torta dolce di formaggio. La particolarità di questa torta è il formaggio con cui viene preparata: il Quark. Un formaggio fresco molle che inizia a comparire anche sui banchi dei nostri supermercati. Il Quark è originario dell’Europa centrale (Germania, Austria) ed è molto diffuso in Alto Adige. Fonti tedesche documentano di questo formaggio già nel XIV. Il Quark può essere magro o alla panna. Noi oggi parleremo di quello magro prodotto con latte scremato che contiene per 100g solo 90 calorie ed è ricchissimo di proteine. Il sapore è leggermente acido e ricorda vagamente la ricotta. Nella cucina Tirolese è il formaggio più usato nei dolci. E’ proprio il Quark che dà a questa torta quel suo gusto caratteristico. Certo se poi volete ugualmente provare a fare la torta ma non riuscite a trovare il quark, anche la ricotta può andar bene.

E questa è l'ultima ricetta di questa stagione 2011-2012 di Belle in Pentola. Ma con Terry abbiamo deciso di non fermare la rubrica! Rimane pertanto fisso l'appuntamento settimanale qui sul blog e sulla nostra pagina di Facebook.

Käsetorte

Ingredienti per la base x teglia tonda di 24 cm di diametro)

250 g di pasta frolla
700 g di formaggio Quark (o ricotta stemperata con qualche goccia di limone)
60 g burro fuso
130 g zucchero
succo di 1 limone
4 uova (tuorli e albumi)
1 confezione di budino alla vaniglia (per me Vaniglia Bourbon S.Martino)  fondamentale nella preparazione!

Per il Topping
Zucchero a velo
Top al cioccolato Fabbri

Preparazione
Imburrate e infarinate per bene una teglia tonda a cerniera. Stendere la pasta rivestendo anche i lati allo spessore di circa mezzo cm.  Preriscaldare il forno a 180° e preparare la farcia.
Montare i tuorli con lo zucchero. Unire lentamente il preparato per budino. Aggiungere il quark, il limone, il burro fuso, dovrete ottenere una crema densa. Aggiungere gli albumi montati a neve avendo cura a non smontare il composto. Versare il tutto nel guscio di pasta. Infornare per circa 60 minuti. Fare raffreddare nel forno, sformare quando la torta si è completamente raffreddata. Spolverare con zucchero a velo. Servire tagliata a fette guarnita con topping di cioccolato.

In abbinamento: oggi parliamo di un vino dolce molto particolare: il Riesling Eiswein. Eiswein significa vini del ghiaccio, e sta ad indicare quei vini la cui vendemmia tardiva avviene dopo le prime gelate del tardo autunno. Vendemmiati nelle notti di dicembre e subito pressati per evitare che il ghiaccio che si trova sull’acino si sciolga, ottimo metodo per avere la massima dolcezza dall’uva. Se ne otterrà un vino dolce, alcolico, estremamente vellutato, elegante, di colore giallo paglierino dai sentori minerali e di mela cotogna, albicocca, pesca, tamarindo, agrumi canditi. Risulta di buona freschezza e acidità con una buona  persistenza aromatica.

Le ricette potete trovarle anche qui:

venerdì 1 giugno 2012

prendersi per la gola...

...al diavolo le calorie :O)

si , c'è la prova costume, ma il m iglior modo per resistere alle tentazioni è CEDERVI.

Tadà....rullo ddi tamburi...eccola qui la proposta di oggi




   Cos'è ??? Boh, ve lo diciamo alle 11.40 su Radio Punto Zero....io e Laura.


Belle in Pentola ....rubrica enogastronomica ...per tutti i gusti .



vi aspettiamo...



Terry
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